Bienca, 28 dicembre 2021
Nella cantina di Cascina Paturnia in Bienca, storica sede dell’Associazione Sportiva Dilettantistica TRAILAGHI, mentre il nostro presidente era indaffarato a sistemare quei quattro pali e frecce che utlizziamo per le nostre gare, ha ritrovato un misterioso manoscritto autografato a nome di Dante Allighiero da Florentia. Purtroppo la data non è leggibile e sicuramente non abbiamo i fondi per un esame al Carbonio 14, per scoprirne l’età. Qualcuno può mettere in dubbio l’autenticità del documento, ma si sa che il Sommo Poeta era un visionario, un sognatore ed anche un viaggiatore, seppur con i limiti del viver nel XIV secolo. Dopo un difficile restauro dello scritto malconservato, vogliamo condividere con voi appassionati di lettura e corsa il sensazionale ritrovamento de “Il Cantico di Trailaghi”: Dante aveva previsto la vocazione di questi territori per le gare di trail running. E non solo quello! Ci dispiace per tutte le altre gare, anche molto più blasonate delle nostre, ma solo noi abbiamo avuto questo privilegio.
Buona lettura.
Il Cantico di Trailaghi
i corridor sollevan gran cagnara
(3)
legioni al greve passo di masnada.
Ravera, il Borgo, poi case Richeda
per Bienca chini all’arbore robusto
(6)
di teste con ferite mai più chieda
passare oltre all’Acque per arbusto.
Al Valico Variante tosto chiama
(9)
discesa pel gran prato di San Pietro
per poi fluir sentiero Panorama
in Bienca al Campo per tornar dietro.
(12)
L’agone giusto ire in Campagnetta
tremenda poi la nordica rimonta
al Montesin di slancio cima svetta
(15)
calat’a sud il corridor affronta.
Meridio varco in selva neo solcato
al Lago Ner diniega suo cammino
(18)
per calle dei Cinghial reca il fato
in curve signo verde rozzo suino.
Il labirinto fin’al Lago Nero
(21)
le scure sponde via affianco traccia
su nova rua desio di Roby Pero
montar Cascin Leona è una minaccia.
(24)
Spettral passaggio perso desolato
da muover sentimento di paura
tra scure mura verri han solcato
(27)
che lesti filar via dalla sventura.
Orsù presto torniam su bel sentiero
che dall’oscuro lago al Maggio sale
(30)
per costa’l Roc Tupin, loco altero,
con corda v’è ausilio pel crinale.
Torna su retta via a lo castello
(33)
imàgo comparir da cima spoglia
sublime quadro d’opra d’acquarello
voi tu correr nel bel, che dir si voglia?
(36)
Discesa ardua subito ti prenda
rimira altro laco ma con perizia
incespica è perglio e tregenda
(39)
atterri al Piston con gran mestizia.
La china arriva in Via le Vigne
Alpino piano acqua per sollazzo
(42)
al l’arbore con le fogge salcigne
ristoro trovi per partir a razzo.
Riprende la tenzon giù alla diga
(45)
quietar piedi potrai su ner bitume
a manca in Santa Croce corsa triga
novella via correr su sudiciume.
(48)
Si puote ire su dorata spiaggia
domina il manier su altra sponda
e deforme panca vista omaggia
(51)
su circo di Bacciana poi si fionda.
Et ora Dante è tempo di citarlo
nel mezzo del cammin gara è giunta
(54)
vi vien un accidente a mandarlo
prima che Piazza Ombre sia raggiunta.
Lesto il passo va verso Bacciana
(57)
negateci la Terra Ballerina
li barbari correnti far gincana
che il lor passar divelle e ruina.
(60)
Ritorno in sul Bacciana anello
per querce poi a scola di scalata
maniero rimirar da scorcio bello
(63)
chimera la Monella la mangiata.
Al ponte Vauda lascio lo Pistono
a dritta per Fiandella ed il Putto
(66)
la nova erta a rallentar il crono
saluto il Montesin con un rutto.
Malefico pensar second’ascesa
(69)
al muro di meridio Montesino
lo smoccolar aiuta la ripresa
verrebbe da cantare il dio suino.
(72)
Discesa brutta ripida aspetta
rimira lo scandir del greve passo
alla Gaietta sale alla vetta
(75)
del mont Margut ch’è un vero spasso.
La brulla strada che dal col rifugge
tra selve, forre, stagni a Pujetta
(78)
il ritmo della corsa sì distrugge
ch’è ora di montar un’altra vetta.
Nostrana australe roccia spaccata
(81)
dal vero nome Monte Balarina
si leva sui laghi a foggia plata
offrente novamente laida china.
(84)
Giungem al fin nel fango di Torbiera
ch’è l’ora di tornar o della fuga
a dritta soluzione che mai spera
(87)
a manca lo Scalup è sanguisuga.
La via volge rapida al Montresco
dileggia corridor per altri colli
(90)
in Bienca pel disastro del Maresco
per non lasciar caviglia gioca’l jolly.
E’ l’ora del ritorno a Pra d’San Pero
(93)
da qui avanti il cammin è noto
il passo un crescendo da bolero
a Chiaveran son pronti per la foto.
(96)
Sorridi vincitore al traguardo
per oltre trenta leghe hai trottato
o lento o spedito come un dardo
(99)
importa sol che tu sia arrivato.
Ringraziamenti van a tutti quanti
a genti pazze che ci han creduto
(102)
a volontari e bischeri pulenti
a chi sui sentieri ha combattuto.
In ver al fin lasciamo una parola
(105)
a tutti quanti hanno osteggiato
fastidio dan quanto una tignola
sonor pernacchio lor è tributato.
(108)
Versi 1-4
Ad un acuto osservatore come Dante, non poteva affatto sfuggire che la partenza in massa dei corridori, causasse l’abbaiare di tutti i cani lungo il percorso, particolarmente numerosi lungo il primo tratto, vista la presenza di molte abitazioni.
Versi 5-8
Doverosa citazione all’abero che in zona Casali Zuin, poco prima di giungere all’Acquedotto di Bienca, ha mietuto 3 vittime durante l’edizione del Purple Trail 2021.
Qui si trova anche il riferimento al poderoso arbusto di rovi, di notevoli dimensioni, pochi metri prima di arrivare all’Acquedotto di Bienca.
Versi 9-12
Quartina di semplice interpretazione, ove viene citata la Variante di Valico e la discesa ripida verso il Pra’d San Peru
Versi 13-16
Non sfugge al Sommo Poeta, la possibilità di raccontare la durissima salita al Montesino per la Cresta Nord, dopo il passaggio veloce alla Campagnetta.
Versi 17-20
Qui Dante si sofferma sull’apertura del collegamento tra il Colle Sud e la Direttissima verso il Lago Nero, che, momentaneamente non viene raggiunto, per procedere sul vecchio percorso “contromano”. Doverosa citazione poi, del il gemellaggio con “i Sentieri dei Cinghiali”, focalizzando in particolar modo il transito sul Sentiero Verde.
Versi 21-24
Citazione riguardante il nuovo tratto del percorso per Cascina Leona, fortemente voluto dal presidente di Trailaghi: un suo specifico desiderio per l’edizione 2022.
Versi 25-28
Molto chiaro il riferimento al tratto di sentiero in zona del villaggio di Cascina Leona, distrutto dai cinghiali (il verro è il maschio fertile del maiale) ed alle spettrali condizioni ambientali.
Versi 29-32
Finalmente è ora di uscire dal catino oscuro del Lago Nero, ed elevarsi al punto panoramico del Roc Tupin, aiutati da una corda fissa per superare il salto roccioso.
Versi 33-36
Una citazione doverosa dalla brulla sommità del Monte Maggio, con vista superlativa sul castello di Montalto Dora. Il Sommo Poeta qui si esalta con il motto di Trailaghi: “Vi facciamo correre nel bello”.
Versi 37-40
Dante qui si sofferma sulla dapprima veloce discesa dal Maggio e con il potenziale pericolo di farsi distrarre dalla vista del Lago Pistono dall’alto.
Versi 41-44
La meritata pausa all’area degli Alpini, ai piedi del castello di Montalto Dora, in Via delle Vigne, sotto le fronde dei salici.
Versi 45-48
Un tratto relativamente facile che, ben presto, termina con la svolta a sinistra all’altezza della piccola chiesa di Santa Croce, per imboccare la discesa che porta al lago Pistono, in un tratto spesso molto fangoso e dal fondo irregolare.
Versi 49-52
Il transito sulle belle spiaggette del lago Pistono, con vista sul castello dalla parte opposta del bacino e della discutibile “big bench” recentemente installata. Sì, Dante aveva previsto anche questa moda …
Versi 53-56
Il transito a metà gara, dove Dante prevede le maledizioni che i corridori lanciano, pensando a quanto disti ancora il traguardo.
Versi 57-60
Il tratto molto veloce dell’anello della Bacciana/Lago Nero. Dante qui se la prende per il divieto che fu, tempo fa, imposto agli organizzatori di far passare la gare nelle Terre Ballerine.
Versi 61-64
Il transito per la Palestra di Roccia, poi sul bel sentiero panoramico con ancora protagonista il castello di Montalto Dora, infine la beffa del passaggio alla Monella, senza poter usufruire di un succulento pranzo.
Versi 65-68
Ancora un tratto veloce descritto da Dante ed il disappunto “sonoro” all’attacco della seconda salita al Montesino.
Versi 69-72
Dante si sofferma sulle potenziali esternazioni “colorite” che i corridori potrebbero profferire sulla salita più dura della giornata, cioè l’ascesa al Montesino dal suo versante meridionale.
Versi 73-76
Nel transito dei tre colli (Montesino, Margut, Balarina), Dante inizia a soffermarsi sulla prima, brutta, discesa che dal Montesino raggiunge il ponte della Gaietta.
Versi 77-80
Dopo l’ascesa al Margut, è ora della discesa, spesso brulla che porta allo stagno della Pujetta. Non c’è tempo di rifiatare in discesa, che è nuovamente l’ora di risalire.
Versi 81-84
Dante descrive il passaggio alla “roccia spaccata”, dal vero toponimo “Monte della Balarina”. Qui il sommo poeta si supera pronosticando la scoperta del continente oceanico ipotizzando la similitudine di questo monte con l’Uluru Mountains, celeberrime alture sacre agli aborigeni australiani.
Versi 85-88
Dalle bellezze morfologiche della Balarina si scende in fretta all’inferno fangoso del passasggio della Torbiera di Chiaverano.
Qui Dante descrive perfettamente la via di fuga per il ritiro, nel malaugurato caso di necessità, andando a destra (dritta), oppure rimanere sul percorso di gara tenendo la sinistra (a manca) per affrontare il tratto molto ripido del Sentiero Scalup, per fortuna assai breve.
Versi 89-92
Dopo la dura salita dello Scalup, si alternano tratti ora veloci, ora nuovamente “nervosi” che congiungono località Montresco al Maresco di Bienca. Il tratto di gara qui è particolarmente rovinato dai cinghiali con potenziali buche che potrebbero causare distorsioni alle caviglie degli atleti in transito.
Versi 93-96
In questi versi Dante è molto sbrigativo. Inutile descrivere nuovamente il percorso già utilizzato all’andata, per fare ritorno in Piazza Ombre, in vista dell’arrivo finale.
Versi 97-100
Dante qui si dimostra molto affettuoso verso chi ha faticato tanto per giungere al traguardo e tratta tutti da vincitori, indipendentemente siano stati veloci o lenti. Vero spirito trail, insomma!
Versi 101-104
I doverosi ringraziamenti verso tutti quanti hanno fatto sì che la gara avesse un buon fine, oltre ad un bonario sfottio verso chi si è sporcato ben bene per le operazioni di manutenzione sui sentieri.
Versi 105-108
Dulcis in fundo, in Dante e nei suoi componimenti, non manca mai un po’ di ironia. Dedica quindi gli ultimi versi di questo breve cantico a tutti coloro che hanno messo i bastoni tra le ruote per la creazione dell’evento sportivo, celebrandoli con una sonora pernacchia.
Terzina 1-3
da Piazza Ombre su per erta strada
i corridor sollevan gran cagnara
Terzina 4-6
Ravera, il Borgo, poi case Richeda
per Bienca chini all'arbore robusto
Terzina 7-9
passare oltre all'Acque per arbusto.
Al Valico Variante tosto chiama
Terzina 10-12
per poi fluir sentiero Panorama
in Bienca al Campo per tornar dietro.
Terzina 13-15
tremenda poi la nordica rimonta
al Montesin di slancio cima svetta
Terzina 16-18
Meridio varco in selva neo solcato
al Lago Ner diniega suo cammino
Terzina 19-21
in curve signo verde rozzo suino.
Il labirinto fin'al Lago Nero
Terzina 22-24
su nova rua desio di Roby Pero
montar Cascin Leona è una minaccia.
Terzina 25-27
da muover sentimento di paura
tra scure mura verri han solcato
Terzina 28-30
Orsù presto torniam su bel sentiero
che dall'oscuro lago al Maggio sale
Terzina 31-33
con corda v'è ausilio pel crinale.
Torna su retta via a lo castello
Terzina 34-36
sublime quadro d'opra d'acquarello
voi tu correr nel bel, che dir si voglia?
Terzina 37-39
rimira altro laco ma con perizia
incespica è perglio e tregenda
Terzina 40-42
La china arriva in Via le Vigne
Alpino piano acqua per sollazzo
Terzina 43-45
ristoro trovi per partir a razzo.
Riprende la tenzon giù alla diga
Terzina 46-48
a manca in Santa Croce corsa triga
novella via correr su sudiciume.
Terzina 49-51
domina il manier su altra sponda
e deforme panca vista omaggia
Terzina 52-54
Et ora Dante è tempo di citarlo
nel mezzo del cammin gara è giunta
Terzina 55-57
prima che Piazza Ombre sia raggiunta.
Lesto il passo va verso Bacciana
Terzina 58-60
li barbari correnti far gincana
che il lor passar divelle e ruina.
Terzina 61-63
per querce poi a scola di scalata
maniero rimirar da scorcio bello
Terzina 64-66
Al ponte Vauda lascio lo Pistono
a dritta per Fiandella ed il Putto
Terzina 67-69
saluto il Montesin con un rutto.
Malefico pensar second'ascesa
Terzina 70-72
lo smoccolar aiuta la ripresa
verrebbe da cantare il dio suino.
Terzina 73-75
rimira lo scandir del greve passo
alla Gaietta sale alla vetta
Terzina 76-78
La brulla strada che dal col rifugge
tra selve, forre, stagni a Pujetta
Terzina 79-81
ch'è ora di montar un'altra vetta.
Nostrana australe roccia spaccata
Terzina 82-84
si leva sui laghi a foggia plata
offrente novamente laida china.
Terzina 85-87
ch'è l'ora di tornar o della fuga
a dritta soluzione che mai spera
Terzina 88-90
La via volge rapida al Montresco
dileggia corridor per altri colli
Terzina 91-93
per non lasciar caviglia gioca'l jolly.
E' l'ora del ritorno a Pra d'San Pero
Terzina 94-96
il passo un crescendo da bolero
a Chiaveran son pronti per la foto.
Terzina 97-99
per oltre trenta leghe hai trottato
o lento o spedito come un dardo
Terzina 100-102
Ringraziamenti van a tutti quanti
a genti pazze che ci han creduto
Terzina 103-105
a chi sui sentieri ha combattuto.
In ver al fin lasciamo una parola
Terzina 106-108
fastidio dan quanto una tignola
sonor pernacchio lor è tributato.